8 – Perché NON ho scritto di libri

Perché il livello di concentrazione è stato ed è tuttora estremamente basso. Non si possono scrivere recensioni quando resti sulla stessa pagina per mezz’ora. Però qui qualcosa da dire ce l’ho. I libri sono sempre un bene prezioso, in qualunque momento della vita, qualunque sia il loro genere. I libri russi però è consigliabile leggerli da giovani, quando la memoria è ancora al massimo della potenza. A seguito di una conversazione, ho deciso di rileggere Il maestro e Margherita di Bulgakov, che ricordavo come un bel libro. Infatti è un bel libro e gli scrittori russi scrivono bene. Peraltro mi sono soffermata un bel po’ a pensare se davvero Mosca possa essere attanagliata dall’afa e dal caldo, gli stessi che nella descrizione sembrano più appartenere al clima di Milano a luglio, o se non fosse piuttosto che per certi paesi 22 gradi sono un caldo insopportabile, o se all’epoca di Bulgakov fosse veramente così e quindi i cambianti climatici odierni non ci sono poi tanto e che Greta si è esposta agli insulti per niente. Sto di nuovo vagando senza accortezza di me, per cui veniamo al punto: i libri russi vanno letti da giovani perché più in là tutto l’impegno è messo nello sforzo di ricordarsi i nomi dei protagonisti e questo sforzo ti mangia un bel po’ di byte e quando si tratta di ricordare la trama fin lì letta, ti viene detto: il server è occupato da un altro programma. Ma insomma, volete mettere un nome pur lungo come Micòl Finzi-Contini o in lingua inglese con nomi secchi come Jane Eyre o John Hamilton con «Ivan Nikolaevič Ponyrëv, che si firmava Bezdomnyj» e che più in là 10 a 1 che salta fuori anche il patronimico?

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