6 – Perché NON ho scritto di ginnastica casalinga

Perché quella fattibile in casa non l’ho fatta e neanche ho cercato dei tutorial per farla. Ho usato talvolta il pedalò ma non sono riuscita a produrre un post in merito. Una volta ho pensato di mettere il tavolo sul balcone e portare dentro la bici. Poi però, calcolando gli spazi, per poter curvare senza cadere avrei dovuto portare fuori anche il divano. Ma a quel punto ho calcolato che il balcone non aveva abbastanza spazio per ospitarli entrambi, inoltre avrei dovuto portarli fuori e riportarli dentro e che a fronte di qualche salutare giro in bici avrei rischiato di rompermi la schiena come uno che lavora per la Gondrand. E quindi niente post sui giri in bici in casa.

5 – Perché NON ho scritto delle pulizie di casa

Perché come tutti ho pulito per bene casa ma senza grandi accanimenti. Però la fobia del disinfettare ha preso anche me. Non sopportando la candeggina, appunto, solo con il Lysoform. E non parlo dei pavimenti o del bagno che rientrano nella normalità, parlo della spesa. Prima di uscire preparo il panno che utilizzo solo per questo scopo e il Lysoform e quando torno passo tutti i prodotti confezionati. Solo che una volta, senza pensarci, ho disinfettato il sacchetto che contiene il pane che fanno i supermercati, che ha dei forellini per far fuoriuscire il vapore. È molto probabile quindi che io abbia mangiato del pane al Lysoform. Spesso mi chiedo se magari riuscirò a scampare al virus per finire intossicata di disinfettante al pino silvestre. Ora, poiché nonostante tutto tengo al genere umano, non me la sono sentita di dare consigli su questo argomento.

3 – Perché NON ho scritto di smart work

Perché si è aperto subito un altro contenzioso. Io glielo correggevo in smart work ma loro niente, e allora smart working sia, ché tanto ormai aveva preso piede anche sugli altri giornali. Ho passato anni a lavorare solo da casa e il fatto di esserci tornata mi riempie di soddisfazione ma dovevo raccontare che a volte avrei preso a pugni quello zuccone di computer? Che per il «sistema ci voleva tempo per essere messo a punto in modo efficiente»? Che il mio amore di computer, che non prenderei mai a pugni in realtà, è stato offeso perché definito obsoleto? E che quello nuovo che invece dovrebbe andare come una lippa spesso si impianta e ciononostante permane in lui un atteggiamento prepotente nei miei confronti, e che questo sì che l’avrei preso a pugni, anche sbattuto fuori dalla finestra. Perché la sua è una storia da reietto. Comprato in fretta e furia quando il mio sembrava abbandonarmi – in realtà era un problema dovuto a uno di quegli aggiornamenti da cretini di Windows che dovrebbero risolvere dei problemi che non hai e invece ne creano altri –, non l’ho mai amato, non l’ho mai considerato come facente parte della famiglia e io sono sicura che questo lui lo sente. Il mio amore quando l’ho lasciato definitivamente, solo per la parte di lavoro on line beninteso, ha dato segni di gelosia iniziando anche lui a dirmi che «il server era occupato dall’altro programma». Quale altro programma se ti ho appena acceso? In questi mesi ho stramaledetto Bill Gates una quantità impressionante di volte e sono convinta che la gente l’abbia accusato di essere il grande ideatore della pandemia per vendicarsi di tutta l’ira che ha provocato. E a tal proposito riferisco una storia vera, raccontatami da un amico che l’ha vissuta in prima persona: «Il computer ha fatto un aggiornamento e da allora la telecamera mi riprende a testa in giù, quindi io appaio in teleconferenza come un pipistrello». Oh, cavoli, gli rispondo, proprio un pipistrello di questi tempi?
Ora, per quanto poco possa essere frequentato questo blog, non potevo rischiare di giocarmi la reputazione affermando che i computer soffrono di gelosia e di senso di inferiorità.

2 – Perché NON ho scritto di cucina

Mentre impazzavano pizze, torte, lasagne, biscotti e con lievito e farina sembrava di essere tornati al mercato nero, poteva venirmi qualche idea.
– Ma tu sei fuori, il tuo tempo massimo di permanenza in cucina l’hai stabilito in un’ora, un minuto in più e ti assale un’insofferenza che non riesci a dominare, ti aggiri come in fase candeggina e ti stanchi più che dopo un’intera giornata di lavoro.
– Uhm.
– Detesti i programmi di cucina e il tuo unico idolo è Chef Rubio, e ti hanno tolto pure quello.
– Già. Però la ricetta del pane senza lievito è stata gradita da tutte, mi hanno ringraziato e l’ho fatto anch’io tante volte, affinando la tecnica di volta in volta. A parte quando mi sono distratta col bicarbonato che poi mi sembrava di aver mangiato un intera scatola di digestivo Antonetto.
– Sì, ma la cosa si ferma lì.
– No che non si ferma lì. La crostata va’ che mi è venuta bene.
– Ah sì, quella sei stata proprio brava, ma ti è andata di fortuna, spiega perché.
– Perché quel blogger rimbambito ha messo negli ingredienti un uovo, poi ha spiegato la ricetta ma l’uovo era sparito. Dov’è l’uovo, di grazia, dove lo metto? L’ho riletta due volte, alla terza ho messo il pilota del correttore di bozze, l’uovo era proprio sparito, envolé, dimenticato dalla gallina. E allora io l’ho messo insieme alle altre cose. Mi è andata bene.
– E poi? Raccontala tutta.
– Non rifarò più la crostata per mesi perché me ne sono mangiata metà in una volta sola.

«Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico», Oscar Wilde