I limiti della satira? Quelli geografici

Eravamo tutti Charlie. Poi Charlie Hebdo ha fatto una vignetta su Amatrice. E siamo diventati un po’ meno Charlie. Quello che è successo alla redazione è stato terribile, la vignetta su Amatrice di cattivo gusto, sebbene avesse in sé una parte di vero. Gli aggettivi si potrebbero sprecare, ma non è questo il punto.

Ricevo ora da Change.org una petizione: Si chiede con questa petizione, le dimissioni dei vertici della emittente francese, nonché un risarcimento legale commisurato al danno d’immagine subito dalla nazione italiana e dalla categoria dei pizzaioli, la cui arte protetta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità nel dicembre 2017 e stata meschinamente e scorrettamente rappresentata.

L’emittente è Canal+. Ora, che potessero evitare un video così stupido e disgustoso è fuori discussione. Ma, ancora una volta, non è questo il punto. Il punto è: la satira deve avere dei limiti? E quali sono questi limiti? In questo caso, sembrerebbero solo geografici. Finché te la prendi con gli altri va bene, ma non toccare il mio Stato, il mio Paese, la mia nazione.

Pur pensando che siano un branco di idioti e neanche capaci a far ridere, se era questo il loro intento, non firmerò questa petizione. Se la satira deve avere dei limiti, allora sediamoci intorno a un tavolo mondiale e decidiamo insieme quali devono essere.

Personalmente, l’unico limite che porrei è quello di non fomentare odio. Soprattutto nei momenti peggiori. Ma alla fine, la maggior parte delle persone sono sempre più intelligenti di quattro scalcagnati dalle idee confuse: i francesi non odiano gli italiani, gli italiani non odiano i francesi e la pizza continuerà a restare una delle migliori invenzioni dell’uomo.

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