Il bambino-pesce

Il bambino boccheggia come un pesce lasciato all’asciutto. Non è vero, qualcuno dice. Il bambino è un bravo attore? No, è che magari è successo chissà quando. Però allora è successo. Però, ma… con le armi convenzionali non stai lì a boccheggiare e nessuno cerca di “guarirti” con una doccia. Ma credi che a Trump gliene freghi qualcosa del bambino-pesce? Ma certo che no, perché mai dovrebbe fregargliene qualcosa? La guerra si fa per interesse, pensa a tutti i bambini-pesce che vivono in posti dove non c’è petrolio né altri interessi, pensa a questi che fanno finta di scandalizzarsi ma sono amici di paesi ignobili. Il bambino-pesce lo si bombarda un po’ più in là del suo boccheggiare, là dove proviene la causa del suo “malessere”. Così i riflettori si spostano sui fuochi d’artificio di una situazione in cui nessuno riesce più a capirci niente, tranne gli addetti ai lavori, che seduti sulle poltrone s’accapigliano su chi deve fare cosa. Tranne che sul fatto che fare i fuochi d’artificio, è cosa ormai assodata, non solo non risolve il problema del bambino-pesce, ma si trascina dietro anche tutta una serie di pessime conseguenze. Poi ci sono quelli di animo buono che non smettono di dire: non possiamo più restare indifferenti, e cercano di insinuare il senso di colpa. Parole buone ma di nessuna concretezza. Di che cosa dovrei sentirmi in colpa io? L’unica arma che ho è quella di votare persone che si dichiarano contro la guerra. Ma pare ormai ovvio che quest’arma è spuntata. L’unica arma che potrei avere sarebbe quella di votare persone che hanno il coraggio di dire no a tutto, ma proprio a tutto a ciò che va contro tutto quanto è sbagliato, costi quel che costi. Ma pare ormai ovvio che quest’arma è inesistente. O di fare qualche misera beneficenza, che può sempre servire a comprare una mascherina antigas o una gamba finta. Così stiamo seduti al tavolino a parlare di chi ha fatto cosa, di ciò che può essere vero o falso, spesso noi stessi avviluppati in opinioni sedimentate a seconda del colore politico. Poi torni a parlare dei fatti tuoi, tanto sai che non puoi farci niente, neanche i soldi che spendi a mantenere chi dovrebbe pensare idee diverse servono a niente. Neanche chi va sul posto a documentare può farci niente, perché il bambino-pesce colpisce lui, me, te, ma non colpisce più in alto di così, e l’opinione pubblica vale quanto il bambino-pesce: niente. Il pensiero tremendo che ti viene quando capisci che non puoi farci niente è che così stanno le cose, la guerra c’è sempre stata e ci sarà sempre, finché riesci a schivarla tanto meglio, puoi sempre andare a pesca di trote. Se non le guardi mentre stanno morendo, ne viene fuori una cosa buona.

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