La regal Torino

Gli italiani sono stati fatti, è l’Italia che è sempre un po’ fuori fuoco. O, se vogliamo buttarla sul misto prêt-à-porter, come una che esce con l’abito da sera e le ciabatte scalcagnate. Fischio d’inizio del post in onore di Camillo Benso e del suo suolo natio. Già, perché se una di Milano parte alla volta di Torino per incontrare uno che abita a Perugia che però è piemontese, e la di lui consorte della Sardegna, allora non vi è alcun dubbio: gli italiani ci sono. Ma è l’esordio del breve viaggio (e figuriamoci se fosse stato lungo) che lascia un po’ perplessi.

Murder to the cathedrals into the desert
Decido di partire da Rho-Fiera Milano (se lo cercate sul sito di Trenitalia mettete quel trattino lì o avvaletevi del completamento automatico, perché altrimenti vi dirà: La stazione di partenza non è valida. Quando lo Stato capirà di affidare i propri siti a qualche ingegnoso ragazzino che riuscirebbe a fare tanto meglio?). Non esistono biglietterie con esseri umani, quindi mi fermo alle uniche due macchinette che, in prima battuta, mi elencano Milano, Magenta, Novara e qualcos’altro. Allora pigio su “Altre destinazioni” e inizio T-O-R… ce ne pas possible… Torino non c’è. Mi esce Torre de’ Picenardi (attacco a ridere in me stessa). Solo chi conosce la Bassa può sapere che è un paesino minuscolo sperso in mezzo ai campi cremonesi. Mi verrebbe voglia di proseguire per vedere come arrivarci, visto che è già tanto che esista una diligenza che porta a Cremona città. Insomma, la macchinetta di una stazione dove ferma il treno per Torino non contempla l’opzione Torino. Un signore me lo conferma: ci sono solo i biglietti per la Lombardia. Controconferma dall’addetto dell’Atm: i biglietti si fanno sul treno. Peccato queste ciabatte in una stazione che sembra un abito da sera: veramente ben attrezzata per chi ha difficoltà a muoversi o per chi ha le valigie. E io ho la mia conferma: Rho-Fiera quando non ci sono le fiere è una cattedrale nel deserto. Ci avevo già provato ad andare a vedere la Vela di Massimiliano Fuksas ma quando non c’è un’esposizione il sottopassaggio è chiuso e il piazzale sopra è deserto e inquietante. Abbiamo voluto l’archistar per poi lasciarla languire sei mesi all’anno. Che poi nel corso della giornata io ho maldestramente confuso con Renzo Piano, che invece ha magistralmente rifatto la zona vivissima del Porto Antico di Genova.

In treno ripenso alla macchinetta Trenord, al signore dei biglietti della Lombardia e ho un mezzo sussulto: ma Novara è in Piemonte! E Trenord allora cosa copre, fin quanto si addentra tra un confine e l’altro? E quei biglietti della metropolitana che vanno bene solo per Rho-Fiera e per qualche parte dentro Milano ma nessuno sa fin dove, e che se uno arriva da Sesto San Giovanni gli tocca di scendere e andare a timbrare un altro biglietto? Gesù, questa Italia s’ha da fare.
Ma finalmente arrivo nel Regno Sabaudo.

Gli amici: o gli spacchi la faccia o li sopporti così come sono
«Cosa vuoi andare a vedere?»
«Intanto che c’è il sole, il Valentino. Deve esserci un ponte e il fiume Po, l’ho visto in televisione.»
«Mamma, il tuo immaginario forgiato dalla televisione», risposta spocchiosa da intellettuale d’assalto di dhr.Mica vero, il Valentino del mio immaginario è stato forgiato da Piemontesina bella, il resto delle immagini televisive è solo un di più.
Meno male che Paola è persona più gentile e aggraziata.
Si va al Valentino. La triviale sottoscritta, con occhio arguto, fa notare al sapientone che l’edificio che si erge su una collina deve essere un convento. Il sapientone consulta la mappa: è un convento francescano. Fine della diatriba su chi si è forgiato su cosa.
Consiglio sulla Torino da leggere: La bella estate, raccolta di tre romanzi brevi di Cesare Pavese.

Ma io sono a Torino anche per vedere le installazioni di luci e quindi devo aspettare il calar delle tenebre. Conquisto il centro e subito vedo che è una bella città e che ha quel qualcosa che io adoro e che Milano ha ormai quasi interamente perso: i negozi antichi, nelle insegne e negli arredi interni. Tanti sono pasticcerie. A distanza di molti anni mi torna alla memoria un aneddoto narratomi da una signora di Torino. Suo padre voleva fare un dolce in cui era necessario il cioccolato olandese. Girò tutte le cioccolaterie del centro chiedendo autentico cioccolato olandese. Riuscì a far inalberare tutti i pasticceri di Torino. Ora riesco a comprendere appieno il significato della storia.

Da Natale le giornate si allungano un passo di gallo, dice il proverbio. Il buio non scende ancora e intanto che lo aspetto a me il cioccolato torinese mi va benissimo: entro in una bella pasticceria in piazza San Carlo. Ha un aspetto elegante ma non credo che esista una città che riesca a svuotarti il portafoglio più di Milano, quindi mi siedo e me la goda tutta questa cioccolata paradisiaca. La panna viene servita in una ciotolina a parte, non sopra la cioccolata. In tre secondi mi trovo già d’accordo con loro: te la puoi centellinare, metterla ora nella cioccolata ora sulla briochina, ora ne prendi di più, ora di meno. Arguti questi Savoia.
C’è un colore del cielo che amo più di qualunque altro: quello dell’imbrunire di una giornata di sole invernale.

Ed è ora di cercare la Mole. Ho con me una specie di piantina ma trovo più comodo testare la disponibilità e capacità di dare indicazioni dei torinesi. La disponibilità è pari alla nostra ma la loro perizia di navigatori umani è decisamente superiore: non mi hanno fatto perdere nemmeno una volta. Mi sono persa io. Arrivo su un vialone splendido, mi volto e vedo delle luci rosse, di quelle che servono a non far schiantare gli aerei. Non presto molta attenzione, penso solo: teste di legno, piazzare un ripetitore rovinando questo skyline così ordinato. Ma proseguo finché penso che sto andando troppo oltre, quel posto lì non mi sa più di Mole. Faccio dietrofront ed è lei, la Mole Antonelliana, miseramente scambiata per un ripetitore. Non mi resta che “correrle dietro”, senza però poter prima ignorare dei grissini torinesi che si affacciano dalla vetrina. Camminare e camminare, perdersi volutamente, vedere il più possibile, mangiare: è il turismo stay hungry, stay foolish.

Anche Torino è un gioiello italiano. Forse dobbiamo sopportare le ciabatte, forse dobbiamo vederle come un tocco di originalità che spezza la monotonia di una bellezza troppo perfetta.

C’è chi aspetta Godot e chi E.T.
Ritoccata ad hoc per il Rivarossa, sperando che gli alieni siano più buoni di quanto li disegni lui.

ufo

16 thoughts on “La regal Torino

  1. Scusa, Elena, c’è un problema con le foto. Pensavo fosse dovuto al computer dei Flintstones — anzi, dei Siliconstones — che è installato a casa di mammà, invece mi fa problema anche da qui: a parte l’UFO finale, che è visibile, nelle altre compare solo un rettangolo grigio con scritto “Scarica le immagini”… Hanno un formato ‘strano’: wmv (??)

    • Il formato non è strano, perché è uno dei più comuni di video. Infatti è un video e basterebbe cliccare sulla freccia per farlo andare. E il problema non è del tuo pc, ma di quello stupido Internet Explorer (se è questo che usi). Io ormai l’ho abbandonato x disperazione e infatti con Firefox si vede tutto. Vedrò cosa posso fare…

          • Sì, infatti. Dipende dal browser, dal sistema e dagli aggiornamenti del pc, e siccome mi sono rotta le scatole, io li ho caricati su youtube e messo il link. E spero che adesso vadano bene, se no dichiaro forfait 🙁

          • il mio browser non riconosce il formato uaaaaaaaahhhhhhhhhhhh snif snif cattììììììììììììììììììììvoooooooooo!!!

          • Ma che cos’hai, il commodore 64? 🙂
            Ah Dariè, mo’ basta, scaricati un altro browser e finiamola lì. Sono gratis e c’è anche Google Chrome. Te li puoi tenere tutti nel pc, impostare il preferito e usare gli altri quando non ne vieni a capo.

          • macché Commodore 64, è che sono TROPPO avanzato! avevo fatto installare Parallel Desktop, un programma che fa funzionare il Mac come un Windows… solo che ora ho aggiornato il Mac, e il Parallel non è più al passo e non funziona…

          • Scherzi a parte, essendo linkato da youtube non dovresti davvero avere problemi perché lo vedono milioni di persone quindi è per forza crossbrowser e cross qualunque altra cosa. Vedi un po’, se no te le manderò.

          • Stiamo andando offtopicissimo, ma rispondo qui – e non in privato – perché la cosa può avere interesse generale (???). Ho aperto il tuo sito da Safari, e finalmente compare tutto. Però è strano lo stesso, perché finora ho sempre visto tranquillamente Youtube con Firefox. E d’altra parte non posso usare Safari di default perché mi crea problemi con Gmail……………………….

Rispondi a dhr Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *