Quando si spezzano le funi interiori

Per quanti segni possa lasciare, penso che più o meno tutti, magari con tempi diversi, riusciamo a inquadrare un evento tragico come qualcosa che appartiene al corso della vita. Quando l’evento tragico è dovuto al disprezzo per la vita, a una specie di gioco della roulette russa da parte di un essere umano, farsene una ragione è impossibile.

La mia fune interiore si era rotta con il ponte di Genova, preceduto da altri ponti, da altre barriere che non avevano retto, fatti che avrebbero dovuto accendere un campanello d’allarme in chi di dovere, una voce interiore che dicesse loro che acciaio e cemento sono come l’unica pallottola nella pistola. La fune interiore è quella che lega ciascuno di noi al resto dell’umanità, la visione che sì, ci sono delle falle, ma c’è sempre anche una certa fiducia nel tuo prossimo o, più che altro, la fiducia che la maggior parte delle persone sapranno tirare il freno, che ritroveranno nascosta da qualche parte la coscienza.

Stamattina leggo che la caduta della funivia di Stresa è dovuta a degli uomini, ancora una volta degli uomini hanno giocato alla roulette russa con altre vite, e con la loro stessa vita, perché finire in galera e convivere con le morti che hai causato vuol dire che non hai rispetto nemmeno della tua di vita.
Quando ho saputo che a bordo c’erano degli israeliani, per un attimo ho pensato che potesse essere stato un attentato. Impossibile, gli attentati non si basano sulla casualità se l’obiettivo prende o meno e proprio in quel momento la funivia. Mi ritrovo a pensare che se così fosse stato si sarebbe collocato a un livello più “alto”, due virgolette perché così si scrive, venti virgolette per parte perché così va percepito. Invece è stato per il più abietto dei motivi: soldi. Non sarebbero morti di fame questi, né quelli di Autostrade né quelli di Trenord eppure quei quattro spicci valevano più delle vite e della loro coscienza.

Vado a rimettere gli ultimi fili di fune perché mi erano rimasti incastrati da qualche parte, tra gola e stomaco probabilmente, vi lascio in compagnia di qualcosa di non umano.

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