Sono un po’ stanchina

Se facessero una legge che rendesse obbligatoria l’eutanasia, io mi attaccherei al tuo letto per proteggerti da tanta follia.
Se io ti dico basta, questa pseudovita non la sopporto più, tu mi dici che non importa, perché la vita non appartiene a me ma a dio. Posso obiettare che io e te non abbiamo lo stesso dio, o magari sì ma che non è stato lui a inventare le macchine a cui sono attaccata e finché quelle macchine non c’erano, il problema se vivere o solamente esistere non si poneva. Ma tu continui a impormi la tua volontà, nemmeno se ti dico ti prego, nemmeno se ti dico non costringermi a mettere in piazza il mio dolore e la gente che mi vuole bene. Tu diventi il dio che dice Sia fatta la mia volontà, ma io e te siamo uomini, non dei, io lo so ma tu no. Io non concepirei che qualcuno si mettesse in mezzo tra te e la tua scelta di restare. Tu no, tu non hai rispetto di me. Io inorridirei, tu giudichi. Lo Stato non può uccidere, dici, ma lo Stato uccide mille volte nelle fabbriche che inquinano, nell’amianto, nelle discariche legali e abusive, uccide una prima volta e uccide ancora quando non permette che nascano ospedali proprio là dove ha colpito di più.
Ogni tanto si pensa di essere nel futuro perché si scopre un pianeta che sta a 40 anni luce dalla Terra, perché un robot sta diventando quasi umano, ci si illude di aver posto fine a questo eterno Medioevo che invece non finisce mai. Che torna sempre in questa ipocrisia vestita da morale, in quest’assenza di raziocinio.
Sono un po’ stanchina… direbbe una Forrest Gump al femminile, di questo sentirmi sempre superiore a chi dovrebbe essere superiore a me.

Marco Dambrosio – Makkox, Gazebo 27/2/2017

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