Italia / Nuova Zelanda: battaglia persa a colpi di gnomi

newzealand

È nelle sale in questi giorni il film Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato. Distribuito anche in 3D, il film di Peter Jackson è un prequel della trilogia de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien. Come gli altri film tratti dal romanzo dello scrittore britannico, si è preannunciato da subito come un grande successo e il mese di dicembre, tradizionalmente dedicato al cinema di famiglia, darà certamente un forte contributo in termini di affluenza dl pubblico. Essere un kolossal e appartenere al genere fantasy, sempre molto apprezzato e seguito, è già di per sé una garanzia per suscitare un gran numero di recensioni più o meno favorevoli e un altrettanto gran numero di discussioni tra gli appassionati della trilogia. Ma al di là di quest’aspetto, vale la pena soffermarsi su un dato curioso per trarne uno spunto di riflessione e, stranamente, un paragone con il nostro Paese. Non perché ci sia qualcosa che possa avvicinarci in qualche modo al Signore degli anelli, su carta o su schermo, né dal punto di vista culturale (il fantasy non appartiene alla nostra tradizione letteraria) né come ambientazione. E infatti il paragone va oltre, perché riguarda la velocità di reazione, la capacità di cogliere le opportunità, cosa che purtroppo l’Italia sembra aver dimenticato da tempo. Questa pellicola e le precedenti sono state girate in Nuova Zelanda, tra Matamata, Wellington e altre località. È un arcipelago dove è ancora possibile trovare natura incontaminata, animali che vivono nel loro habitat naturale e panorami meravigliosi, condizioni che la rendono quindi comunque un’importante meta turistica. Eppure la Nuova Zelanda ha visto incrementare notevolmente il suo volume d’affari legati ai viaggi proprio da quando Peter Jackson l’ha scelta per ambientarvi le sue scene. E i neozelandesi non sono stati a guardare. Lesti come elfi, si potrebbe dire, si sono attivati immediatamente per “sfruttare” tutte le potenzialità di questo successo, promuovendo in ogni modo il legame tra loro e il Signore degli anelli e ideando itinerari ad hoc per soddisfare il turismo cinematografico. Il sito ufficiale del turismo in Nuova Zelanda ospita varie pagine dedicate alla trilogia. Anche altri siti di viaggi, tra cui l’italiano Nuova Zelanda riportano sezioni specificatamente create per dare informazioni sui luoghi dove sono stati girati i film.

Ed ecco che ci avviciniamo al paragone, continuando, guarda la coincidenza, con un altro neozelandese, l’attore Russell Crowe. È infatti grazie al suo forte impegno e alla petizione Save the Gladiator’s Tomb, promossa dall’American Institut for Roman Culture, se la Tomba del Gladiatore non verrà reinterrata per mancanza dei fondi necessari al restauro. Il mausoleo, scoperto a Roma nel 2008 durante i lavori per la fabbricazione di alcuni palazzi, è attribuito a Marco Nonio Macrino, generale dell’imperatore Marco Aurelio, ed è il monumento che ha ispirato il regista Ridley Scott per la realizzazione del film ll gladiatore, interpretato appunto da Russell Crowe, vincitore di cinque premi Oscar e campione di incassi. Almeno per il momento, e solo grazie a un interessamento “esterno”, abbiamo evitato di perdere per sempre una così meravigliosa testimonianza archeologica. Una perdita che sarebbe andata ad allungare la lista dei siti archeologici rovinati dall’incuria, dei tesori che giacciono negli scantinati dei musei.

Che nessuno dei nostri governi sia mai stato in grado di soppesare il valore del nostro incommensurabile patrimonio artistico è notorio, ma in questo caso non hanno nemmeno avuto la scaltrezza manageriale di vedere oltre la Tomba del Gladiatore per farne un’attrazione del turismo cinematografico. La Nuova Zelanda ha magicamente attirato soldi con una finzione che nemmeno appartiene a loro, noi ricopriamo di terra la nostra storia e il nostro passato. C’è chi ha la mentalità da gnomo e chi da gladiatore. Si sono solo invertiti i luoghi.