Non tutti vogliono viaggiare in prima

gaiole001

Ho “conosciuto” l’antiviaggiatore su YouTube. Ero tornata da poco dalle Shetland e volendo tenere viva la magia di quelle terre cercavo dei video sull’Up Helly Aa, il Festival vichingo celebrato ogni anno a Lerwick, la città più grande delle Shetland. Mentre sto guardando uno di questi video, con la coda dell’occhio vedo il titolo Vado alle Shetland/Goin’ to Shetland e più sotto l’esilarante In partenza per le Shetland: ‘a Maronna m’accompagna!

355xPenso che devo assolutamente vedere chi è quell’unico italiano, oltre a me, abbastanza folle da scegliere una meta così lontana e selvaggia. Bè, no, l’unico no. Ricordo una coppia di emiliani nel museo di Lerwick, ma furono gli unici connazionali trovati in loco. Gli italiani li trovi ovunque, ma probabilmente le Shetland sono troppo ovunque. I video sono veramente belli. Non sono semplici riprese o montaggi di foto, sono documenti di viaggio arricchiti da descrizioni umoristiche, commenti divertenti, impressioni. Da citazione è la scelta degli abiti pesanti a luglio, con una temperatura che si aggira attorno ai 38 gradi.
L’antiviaggiatore si chiama Carlo Crescitelli, è membro dell’Associazione Culturale Italo Britannica di Avellino (Acib), dove vengono organizzate le proiezioni dei suoi video in serate con musica e dibattiti,

locandinaha scritto alcuni libri, tra cui L’antiviaggiatore e Come farai a fuggire da te stesso… se lui continua a correrti dietro?!? ed è un blogger. E naturalmente è un viaggiatore. Non un turista, perché le sue mete non sono e non saranno mai gli all inclusive, i villaggi turistici, quelli che potresti essere ovunque perché tanto stai dentro lì, non sai nemmeno cosa c’è fuori, i resort a X numero di stelle, le spiagge affollate, le piscine con acquagym in riva al mare. Le sue mete sono fatte di natura e di incontri, sono anche quelle più difficili perché, come lui stesso ha scritto, sono i luoghi «cui nessuna agenzia di viaggio vi indirizzerà mai». Clima spesso inclemente, destinazioni non attrezzate per il turismo di massa, dove è difficile spostarsi ed è impossibile portarsi dietro le proprie abitudini. Ma sono senz’altro questi posti che ti permettono di vedere che cosa sia veramente la natura quando “esplode” in tutta la sua libertà, di provare commozione al cospetto di un animale selvatico che nuota, vola o corre fuori da qualsiasi gabbia umana, di conoscere le persone che qui abitano, di entrare per un po’ nella loro vita e farli entrare nella tua. Il viaggio, questo tipo di viaggio, diventa così anche un viaggio dentro se stessi, una riflessione, un misurare le proprie forze e capacità.

snapshotCarlo Crescitelli, attraverso i suoi video e gli scritti, ama condividere le sue esperienze di viaggio per far conoscere i luoghi che ha visitato ma anche per narrare le sue avventure interiori. Una guida di viaggio un po’ speciale, non il solito catalogo stampato su carta patinata con il mesto elenco di alberghi ordinati a seconda dei comfort offerti (compresi spaghetti e lasagne in capo al mondo), corredato da foto di paesaggi perfettini e mielosi. Ma chi ama veramente la natura sa che non c’è proprio niente di dolcemente romantico nel vento del Nord che soffia implacabile e la pioggia non è quella di D’Annunzio che «piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri», è uno scroscio gelido che ti entra nel collo, nelle scarpe, ti picchia inviperito sulle mani e sulla faccia che quasi fai fatica a respirare. In momenti come questi è facile chiedersi dove avevamo la testa quando abbiamo snobbato una calda e morbida spiaggia per ritrovarci a combattere ricurvi e ciechi contro una bufera. La risposta viene dopo, quando riusciamo a riportare la pelle al riparo e pensiamo: comunque ce l’ho fatta. E ci sono altri mille motivi che danno la risposta perché, come scrive Carlo, «alla fine ne è valsa comunque la pena».