12 rotte da Avellino

Storie di immigrazione, di futuri inquietanti e di passati leggendari, di scienza impazzita, triviali pensieri d’ufficio, serial killer fuori controllo e persino una storia d’amore. Dodici racconti diversi scritti in epoche e stili diversi.

Ad aprire, inframmezzare e chiudere le storie piccoli teatrini da Essi inscenati a beneficio del lettore, o per divertirlo o per spiegargli la genesi del racconto. Essi – maiuscolo – è come It, qualcosa di neutro e informe (o dalle mille forme). Il corpo Carlo Crescitelli ci presenta l’antiviaggiatore come un suo alter ego, un vestito che si mette solo per l’occasione, riconoscendogli una certa superiorità ma trattandolo come altro da lui.

Ma forse non ha ancora capito come stanno le cose. Perché queste storie sono diverse, a legarle tutte però è un unico tema: il viaggio. Reale o immaginario, angosciante o surreale, in un luogo fisico o un trip allucinato nella mente umana.

Si rassegni dunque Carlo Crescitelli, l’antiviaggiatore è improiettabile all’esterno, non è una sgangherata pellicola su vhs né l’ombra che lo accompagna o la figura nello specchio. Egli è dentro di lui da sempre, forse da ancor prima che Lui/Egli gli desse un nome. Sdoppiamento o possessione che sia, A spasso con l’antiviaggiatore assolve la funzione della narrativa, sussurrando all’orecchio del lettore: vieni via con me.

Segnalo per originalità Il circo delle profondità, per perizia di scrittura Traffico atlantico perturbato e Moon (ambientato in una Torino oscura e carica di pioggia, probabilmente sarebbe piaciuto anche a Fruttero e Lucentini). Potere all’immaginazione, in cui torna l’incubo che ci ha segnato tutti e ha segnato un solco tra prima e dopo 1984 di Orwell.

A spasso con l’antiviaggiatore
di Carlo Crescitelli
Il Terebinto Edizioni

Tra il Manzanarre e il Reno, lì da qualche parte

cartina l'antiviaggiatore

Per chi è della generazione che ha studiato ancora sul cartaceo le vittime per eccellenza restano probabilmente la Basilicata e il Molise. Un po’ più in alto o in più in basso, troppo a destra o mai abbastanza a sinistra, la loro collocazione esatta resta sempre incerta.

Chi è della generazione digitale non si pone proprio il problema, tanto può sempre contare su una qualche App che gli fa trovare la strada anche per il panettiere sotto casa (What’s app, che tradotto vuol dire: che what’s me ne faccio di una serie di applicazioni che per semplificarmi la vita mi dicono la strada più breve, le condizioni del traffico, il tempo di attesa in posta se so che l’esistenza è intrinsecamente un’incognita e il pensiero spesso soggiace alla regola “per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?”).

Sembra, per giunta, che le ore di geografia nelle scuole siano state ulteriormente tagliate. Luca Mercalli si chiede: come faccio a spiegare che il vento soffia da Nord-est a persone che probabilmente non sanno distinguere il Nord dall’Est?
A complicare ulteriormente le cose, ci sono quegli outsider col patois o col tedesco. Insomma, ci vuole un niente per ritrovarci a scambiare un vigile di Milano con un generale austriaco e rivolgerglisi fiduciosi con un: excus mi, bitteschen, noio volevant savuar…

A suffragare la tesi della geografica ignoranza italica, ecco il contest lanciato dal sito Non Solo Turisti. Si trattava di disegnare a memoria, e senza barare, una cartina geografica dell’Italia. Stando a quanto dicono, trovare i vincitori è stata dura e molti sono stati i caduti sotto l’insindacabile giudizio della giuria. E sono quindi contenta di segnalare che il concorso è stato vinto dall’amico Carlo/l’antiviaggiatore che, come si vede dal disegno sopra, ha ribaltato la prospettiva ponendo la sua Irpinia al centro dell’“universo”. «Io, a dirvela tutta, ho scelto di dettagliare le mie zone d’origine assai più che il resto dello Stivale, nel comprensibile tentativo di evitarmi qualche errore di troppo…» dichiara il vincitore. Dettaglio non secondario: la giuria era composta da piemontesi. E così abbiamo fatto anche gli italiani. Intanto che cerchiamo di capire dov’è l’Irpinia, possiamo leggerci l’esilarante cronaca del contest qui.