Tentativi di cane

In questo post riporto i vari tentativi fatti per ottenere il disegno di un pastore tedesco.

Prompt: Disegna un pastore tedesco in stile impressionista

L’I.A. non ha assolutamente capito cosa sia un pastore tedesco. Questo infatti sembra un pastore bergamasco. Sullo stile impressionista invece nulla da eccepire.

Cambio quindi parola, pensando però che il pastore tedesco è chiamato anche cane lupo. Già che ci sono cambio pure stile pittorico.

Prompt: Disegna un lupo in stile futurista


Prompt: Disegna un lupo in stile Giacomo Balla

Però voglio un pastore tedesco. Per cui passo alla chat per avvicinarmi al suo modo di parlare. Chiedo: Descrivi un pastore tedesco
Risposta: «Il pastore tedesco è una razza di cane molto popolare e conosciuta per la sua intelligenza, forza e agilità.
Fisicamente, è un cane di grandi dimensioni, dal muso lungo e dagli occhi scuri e vivaci. Ha orecchie grandi e diritte, che sporgono in avanti. Il suo pelo è fitto e doppio, di colore nero, nero e focato o nero e grigio, con un mantello liscio e diritto.
Caratterialmente, il pastore tedesco è leale, coraggioso e protettivo, motivo per cui spesso viene impiegato come cane da guardia o cane da lavoro nelle forze dell’ordine. È anche noto per la sua intelligenza e versatilità, ed è molto addestrabile. È leale nei confronti della sua famiglia e può sviluppare un forte legame con il suo proprietario.
Il pastore tedesco ha una grande energia e ha bisogno di esercizio fisico regolare per mantenere una buona salute mentale e fisica. È anche un cane molto attivo e ha bisogno di attività che gli stimolino mentalmente, come ad esempio l’addestramento, i giochi e l’agilità.
Inoltre, il pastore tedesco è un cane molto socievole e può andare d’accordo con gli altri animali domestici, se educato fin da cucciolo. Ama la compagnia della sua famiglia e può essere un ottimo compagno per i bambini, ma è comunque importante supervisionare le interazioni tra il cane e i più piccoli.
In sintesi, il pastore tedesco è un cane di grande intelligenza, lealtà e versatilità. È un compagno fedele, protettivo e addestrabile, adatto a famiglie attive e che possono dedicare tempo ed energie alle sue esigenze di esercizio e stimolazione mentale.»

Avendo avuto per 12 anni un incrocio di lupo, confermo che le informazioni fornite sono tutte vere. È molto apprezzabile che non abbia omesso che il rapporto bambino/cane debba essere supervisionato: bisogna farlo con tutti i cani ma a maggior ragione con quelli di media-grossa taglia.

Partendo dalla sua descrizione, estrapolo solo le caratteristiche fisiche:

Prompt: Disegna in stile impressionista un cane di grandi dimensioni, muso lungo, occhi scuri, orecchie grandi e dritte, con il pelo liscio dal colore focato


Nonostante la descrizione precisa, le orecchie non compaiono. Muso, colori e un po’ di stile ci sono, quello che proprio non funziona sono gli occhi. Il pastore tedesco ha quegli occhi supplichevoli solo davanti a un osso di prosciutto crudo, (sorvoliamo sui deprecabili abbandoni che è un altro discorso). Quindi vado avanti, aggiungendo “vivaci” a occhi scuri.

Prompt: Disegna in stile impressionista un cane con il muso lungo, occhi scuri e vivaci, orecchie dritte, pelo dal colore focato. Non riporto l’immagine, ma crea un incrocio tra un cocker e un Cavalier king. Quello che sbaglia in pieno sono le orecchie: abbassate. E il cane è di piccola taglia.

Prompt: Disegna in stile impressionista un grosso cane con il muso lungo, occhi scuri e vivaci, orecchie grandi e dritte, pelo dal colore focato. Questa volta si produce in un segugio e quindi di nuovo sbaglia clamorosamente le orecchie.

Penso che forse ha bisogno del “lupo” come riferimento.

Prompt: Disegna in stile impressionista un cane che assomiglia a un lupo, occhi scuri e vivaci, pelo liscio dal colore focato

Continua a tagliare le orecchie ma questa volta si avvicina di più al cane che voglio. Gli occhi non sono scuri, anzi, e di primo acchito mi ricorda il Nulla de La storia infinita.

Ciò che potrebbe fuorviarla è lo stile, dunque lo elimino

Prompt: Disegna un cane di grandi dimensioni, muso lungo, occhi scuri, orecchie grandi e dritte, con il pelo liscio dal colore focato

Sembra che le orecchie siano il suo tallone di Achille. Il cane non ha assolutamente niente del pastore tedesco ma la cosa da evidenziare è che avendo tolto il riferimento allo stile pittorico sono spariti i colori, nonostante nel prompt il colore sia specificato.

Per questa immagine ho ridotto il numero di parole. È chiaro che non è un pastore tedesco, però stavolta le orecchie sono accettabili e, soprattutto, i colori sono corretti.
Prompt: Disegna un cane grosso, muso lungo, occhi scuri, orecchie grandi e dritte, con pelo liscio dal colore marrone chiaro e nero

T

Immagini e descrizione pastore tedesco generate con talkai.info

Post su Milano

Ho dato il seguente prompt (ChatGPT talkai.info) = Scrivi un post di 1.000 battute su Milano.
In circa 1 o 2 secondi ha sfornato 2.525 battute, non 1.000 come avevo chiesto, si evince che non comprende i numeri in un contesto che non sia quello matematico o non è addestrata per capire il significato di battute. Però conosce le basi di formattazione del testo a paragrafi: non ha reso un testo tutto di seguito ma suddiviso in blocchi brevi e distanziati.

Poiché l’intelligenza artificiale si nutre di quanto già pubblicato, probabilmente questo post avrebbe un buon posizionamento nei motori di ricerca. È la descrizione classica di Milano, senza punte di novità e senza citare qualcosa che appartenga a una Milano un po’ meno conosciuta. È però sicuramente carente su due aspetti: 1) più che cotolette e risotto, mangi sushi et similia, nel senso che ciò che realmente non manca a Milano è il cibo internazionale, è una notizia che potrebbe interessare molto ai turisti; 2) la qualità di vita a Milano non è alta, considerando che a marzo 2023 si è “guadagnata” il terzo posto tra le città più inquinate e gli spazi verdi mancano totalmente in molte zone. Quello che c’è di alto a Milano, e che infatti è attualmente un problema discusso a vari livelli, è il costo per viverci. Poiché il post accenna all’eventualità di abitarci e non solo di visitarla, bisognerebbe controbilanciare questo eccessivo entusiasmo con dati reali.
E per finire, ciò che a mio parere manca in questo post è il livello personale, il racconto delle sensazioni che un luogo ci restituisce, magari anche negative ma comunque vissute in prima persona.

A “discolpa” dell’IA, il mio prompt è stato estremamente sintetico e privo di qualsiasi informazione che potesse meglio indirizzarla.

Milano, la città che non smette mai di sorprendere. Una metropoli dove modernità e tradizione si fondono in un connubio perfetto, rendendo questa città unica nel suo genere. Camminando per le sue strade si è immersi in un’atmosfera cosmopolita, dove il passato si combina con il presente in un modo unico.

I monumenti storici che punteggiano la città raccontano la sua ricca storia. Dal Duomo, maestoso e imponente, simbolo indiscusso di Milano, al Castello Sforzesco, antica residenza dei duchi di Milano, fino alla Galleria Vittorio Emanuele II, una delle gallerie commerciali più antiche e prestigiose al mondo. Ogni angolo di Milano è immerso in storia e arte, offrendo ai visitatori un vero e proprio viaggio nel tempo.

Ma Milano non è solo storia e arte, è anche un importante centro economico e finanziario. La città è sede di numerose aziende multinazionali e ospita uno dei quartieri degli affari più importanti d’Europa, il quartiere di Porta Nuova. Questo sviluppo economico e finanziario ha reso Milano un vero e proprio hub internazionale, attirando professionisti e artisti da tutto il mondo.

Non si può parlare di Milano senza menzionare la moda e il design. La città è famosa per essere la patria di grandi stilisti come Giorgio Armani, Dolce & Gabbana e Versace, solo per citarne alcuni. Ogni anno, durante le settimane della moda, Milano si trasforma in una passerella a cielo aperto, attirando la crème de la crème del mondo della moda.

E non dimentichiamo il cibo! Milano vanta una tradizione culinaria straordinaria, con una vasta gamma di ristoranti e trattorie che offrono piatti succulenti. Dalla celebre cotoletta alla milanese ai gustosi risotti, c’è qualcosa per tutti i palati. E, ovviamente, non si può lasciare Milano senza aver assaggiato il celebre panettone, dolce natalizio milanese conosciuto in tutto il mondo.

Ma Milano non è solo una città per i turisti, è anche un luogo dove vivere. La qualità della vita a Milano è alta, con una vasta gamma di servizi, dai trasporti pubblici efficienti alla presenza di parchi, spazi verdi e strutture ricreative. Inoltre, la città offre una vita notturna vivace, con numerosi locali, bar e discoteche dove divertirsi fino a notte fonda.

In conclusione, Milano è una città unica che offre una combinazione perfetta di tradizione, modernità, storia, design e cultura. È una città che ti cattura, che ti coinvolge e che ti fa rimanere incantato. Milano è una città da vivere e da amare, e chi ha avuto la fortuna di visitarla, sa perfettamente di cosa parlo.

Introduzione alla nuova categoria Intelligenza artificiale

Come si sarà capito dai miei precedenti post su Virginia Woolf e Stephen King, sto sondando l’Intelligenza artificiale. Non l’avevo mai considerata perché la ritenevo una materia esclusivamente per menti matematiche. Certo, aggrottavo le sopracciglia davanti alle notizie degli scioperi degli sceneggiatori di Hollywood, nel tentativo di capire come potesse mai l’I.A. rappresentare un pericolo nel settore che più di ogni altro è esclusivamente umano: la creatività.

Poi, due episodi – un articolo e una conversazione tra colleghi – mi hanno convinta ad addentrarmi in questo mondo che è arrivato ben prima che lo scoprissi io. L’articolo descriveva la differenza tra addestrarla e utilizzarla. Per la prima cosa devi essere un matematico, tecnico, informatico eccetera, ma per la seconda devi avere una buona conoscenza della lingua per poter trovare le parole giuste per farti capire. E qui mi sono sentita a casa. La conversazione con i grafici della casa editrice per cui lavoro è stata invece più inquietante, per brevità riporterò solo la chiusura: «Speriamo di andare in pensione prima che lei (lei l’intelligenza artificiale, ha già un che di umano) ci porti via il lavoro. Quelli della Sergio Bonelli si sentono già finiti».

Per moltissimi altri settori sarà lo stesso, ma io posso parlare solo per l’editoria: o la cavalchi tu o sarà lei a disarcionare te. Però è un discorso molto complesso e per una volta lascio da parte le riflessioni personali o i tentativi di trarre delle conclusioni su un argomento talmente aperto che conclusioni non ce ne possono essere.

Per capire di più ho comprato Universo AI di Ethan Parker. Il libro dà un’ampia panoramica sulle applicazioni e sui rischi connessi (sempre e tanti) e, ciò che più mi interessava, descrive, forse un po’ troppo a grandi linee, come interagire con l’I.A., come fare in modo che essa capisca cosa vogliamo che lei faccia. In gergo si chiamano prompt, cioè i comandi che le trasferisci per ottenere quello che vuoi.

Ho quindi creato sul blog la nuova categoria Intelligenza artificiale dove pubblicherò i miei tentativi di colloquiare con essa (con essa, non con lei). Mi sono ripromessa di “galleggiarci” sopra, di non dare giudizi né in un senso né in un altro, solo constatazioni. Parto solo da ciò che conosco perché solo così posso cercare di capire i punti di forza o di demerito.

Se il viaggio sarà lungo o breve non posso saperlo, è appena iniziato.