Introduzione alla nuova categoria Intelligenza artificiale

Come si sarà capito dai miei precedenti post su Virginia Woolf e Stephen King, sto sondando l’Intelligenza artificiale. Non l’avevo mai considerata perché la ritenevo una materia esclusivamente per menti matematiche. Certo, aggrottavo le sopracciglia davanti alle notizie degli scioperi degli sceneggiatori di Hollywood, nel tentativo di capire come potesse mai l’I.A. rappresentare un pericolo nel settore che più di ogni altro è esclusivamente umano: la creatività.

Poi, due episodi – un articolo e una conversazione tra colleghi – mi hanno convinta ad addentrarmi in questo mondo che è arrivato ben prima che lo scoprissi io. L’articolo descriveva la differenza tra addestrarla e utilizzarla. Per la prima cosa devi essere un matematico, tecnico, informatico eccetera, ma per la seconda devi avere una buona conoscenza della lingua per poter trovare le parole giuste per farti capire. E qui mi sono sentita a casa. La conversazione con i grafici della casa editrice per cui lavoro è stata invece più inquietante, per brevità riporterò solo la chiusura: «Speriamo di andare in pensione prima che lei (lei l’intelligenza artificiale, ha già un che di umano) ci porti via il lavoro. Quelli della Sergio Bonelli si sentono già finiti».

Per moltissimi altri settori sarà lo stesso, ma io posso parlare solo per l’editoria: o la cavalchi tu o sarà lei a disarcionare te. Però è un discorso molto complesso e per una volta lascio da parte le riflessioni personali o i tentativi di trarre delle conclusioni su un argomento talmente aperto che conclusioni non ce ne possono essere.

Per capire di più ho comprato Universo AI di Ethan Parker. Il libro dà un’ampia panoramica sulle applicazioni e sui rischi connessi (sempre e tanti) e, ciò che più mi interessava, descrive, forse un po’ troppo a grandi linee, come interagire con l’I.A., come fare in modo che essa capisca cosa vogliamo che lei faccia. In gergo si chiamano prompt, cioè i comandi che le trasferisci per ottenere quello che vuoi.

Ho quindi creato sul blog la nuova categoria Intelligenza artificiale dove pubblicherò i miei tentativi di colloquiare con essa (con essa, non con lei). Mi sono ripromessa di “galleggiarci” sopra, di non dare giudizi né in un senso né in un altro, solo constatazioni. Parto solo da ciò che conosco perché solo così posso cercare di capire i punti di forza o di demerito.

Se il viaggio sarà lungo o breve non posso saperlo, è appena iniziato.

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