Omaggio a Eduardo De Filippo

Immagine mostra. I libri in maschera - Luigi Pirandello e le bib

Il 31 ottobre 1984 una luce si è accesa sui palcoscenici di tutta Italia. Eduardo De Filippo non si è spento, finché le sue opere continueranno a vivere nei nostri teatri.
Il suo talento ha però lasciato il segno anche nel cinema. Ed è con quest’altra dimensione, un po’ meno conosciuta di quella teatrale, che Milano ricorda Eduardo. La sua storia di regista e attore del grande schermo, sequenze dei film con i fratelli Peppino e Titina, trasposizione dalle opere teatrali. CineEduardo. Ovvero quando l’arte di Eduardo De Filippo ha illuminato il cinema è il docufilm di Lorenzo Bassi e Franco Longobardi. E come è nello stile di DoppioCinema, non manca la sorpresa nella sorpresa: l’esordio sulle scene del giovane De Filippo in un rarissimo film del 1926.

La proiezione si terrà a Milano il 19 novembre 2014 alle 17.30, presso Circolo della Stampa, Palazzo Bocconi, corso Venezia 48, ingresso gratuito.
www.doppiocinema.net
Il portale: Il mondo dei doppiatori di Antonio Genna, www.antoniogenna.net/doppiaggio

Cine eduardo Circolo stampa Volantino 1 JPG

Sherlock e le notti in giallo di Avellino

Sherlock

«Nel mio blog c’è sempre una stanza per te», dissi a Carlo/l’antiviaggiatore alla vigilia della serata del 6 marzo. Ordinato il locale, mi misi alla finestra ad aspettare su una sedia a dondolo. Le e-mail si susseguivano: era per qualche giorno a Dublino con la sua consorte, andava di zappa e badile in campagna in Irpinia, provvedeva in un video surreale a mandare spiritosamente a quel paese l’intero suo pubblico su YouTube, si produceva in bislacche critiche televisive, faceva ospitate su altri blog. Io intanto dondolavo, la copertina sulle ginocchia passava da quella più pesante a quella un po’ più leggera a quella di cotone, e nemmeno avevo una pipa per ingannare l’attesa. Be’, in fondo anche Sir Arthur Conan Doyle deve averci messo il suo tempo a scrivere i romanzi. Cos’è…? Gasp… non riesco a rialzarmi… la sedia a dondolo ha fatto dei solchi… chi salverà la metropolisfolder dal tentato omicidio?

 “Siamo tutti Sherlock Holmes?”

È l’enigmatico quesito che, lo scorso 6 marzo, ci ha pubblicamente sollevato ad Avellino l’ACIB Associazione Culturale Italo Britannica. Di fronte al folto pubblico che affollava meditabondo la sala convegni del vecchio Carcere Borbonico cittadino, oggi sede del Museo Irpino, i vari partner dell’Associazione si sono ecletticamente e sardonicamente prodotti in una serie di inquietanti interrogativi, sollevando e sviscerando complessi enigmi di assai ardua risoluzione. Ne citiamo qui soltanto alcuni, a mero titolo di esempio, spaziando da “Funzionerà per davvero la toilette in porcellana Sheffield della ricostruzione della celeberrima casa del detective?” (se lo è chiesto, senza ahimè trovare risposta, Carlo Crescitelli nel suo divertente documentario “Sherlock Holmes e lo strano caso del museo a lui dedicato”, girato a Londra in Baker Street 221/b e proiettato in apertura) a “Chi insidia le riserve auree della City and Suburban Bank?” (è invece lo spinoso problema che ha dovuto risolvere Niny Longobardi, camaleonticamente calatosi nei panni di Holmes durante il suo brillante reading della famosa novella di Sir Arthur Conan Doyle La Lega dei Capelli Rossi) per finire a “Saranno mica italiane le origini di Sherlock Holmes?” (e qui è stato Enzo Mazzeo, intervenuto come imprevisto quanto graditissimo ospite d’onore in rappresentanza di “Uno Studio in Holmes”, vale a dire del maggiore e più qualificato club nazionale di appassionati e studiosi sherlockiani, ad assumersi il compito di aggiornare ed ipnotizzare i presenti in materia di ultimissimi esiti delle ricerche su di un reale personaggio storico possibile fonte di ispirazione per Conan Doyle). Ad alimentare ulteriormente la suspense in sala, il teso commento sonoro digitale proveniente dal computer di Antonio Siniscalchi; a mediare le oscure pulsioni dell’ignoto incanalandole in opportuno alveo razionale, la sapiente conduzione della presidente ACIB  prof.ssa Lina Nigro.  

Siamo tutti Sherlock Holmes, dunque? E perché no, a questo punto? A condividere i suoi dubbi ci siamo già abituati, e anche se il suo acume e il suo genio il più delle volte non sono alla nostra portata, di sicuro ci piacerebbe molto sperimentare, almeno ogni tanto, qualcuna delle sue mille certezze. Poi abbiamo appena scoperto che chissà, in ultima analisi, qualcuno di noi potrebbe anche inconsapevolmente essere un suo lontano discendente… e sicuramente comunque nel capriccioso mondo della fantasia siamo tutti già un po’ imparentati, non trovate?

In attesa di sbrogliare al più presto questo ennesimo misterioso inghippo, entrate con noi nell’evento attraverso una sua breve testimonianza video.

Carlo Crescitelli

logo Antiviaggitore

Sorrisi dall’arte

Il bello di Internet è che atterrano nel computer cose da tutto il mondo. A volte sai perché ti arrivano, a volte no. La tua vecchia mail ormai è partita e gira la terra nei meandri di database planetari. Se un giorno arrivasse una comunicazione da Venere con oggetto tipo “The cheapest artificial alien brain, buy now”, forse nemmeno ce ne stupiremmo più. La mia mail gira la terra, io purtroppo no. Sto dietro il mio testone luminoso che materializza parole e io materializzo paesaggi. Scrivono da San Diego, oceano Pacifico, palme lungo le strade a 20 corsie o giù di lì, chilometri di spiagge, il tramino che si inerpica su salite… ma no, quella è San Francisco! Torniamo al surf…

E poi qualcuno mi invita a una mostra: Invitation vernissage Lorenzo Mattotti – Vietnam.

galeriemartel

Bello quel dipinto, apriamo, evento a Parigi. Eh, magari… vediamo il sito della Galerie Martel, in fondo il nome dell’artista è italiano.
L’arte suscita una gran quantità di emozioni ma il riso raramente è tra queste. Il sito dice nel maiuscolo “urlato” che la galleria resterà chiusa per lavori qualche giorno ma che per rimediare al “grigio” dell’ambiente ci sarà l’esposizione dei dipinti di Brecht Vandenbroucke, e il disegno è eloquente: due addetti alle pulizie, uno pulisce bene i vetri e l’altro pulisce con altrettanto zelo… Guernica di Picasso. Rido, ma rido proprio tanto. È probabile che il senso dell’umorismo sia di famiglia nei Vandenbroucke se hanno deciso di chiamare il loro bimbo Brecht.

Comunque, io rilancio nel cosmo il messaggio parigino, chissà che qualcuno possa liberarsi dai bit e raggiungere le Bois.

Il cinema: l’altro volto di Raimondo Vianello

CineVianello

La lunghissima carriera di Raimondo Vianello è stata quasi tutta televisiva. Protagonista di trasmissioni di grande successo come Un due tre e Tante scuse, di esilaranti gag con Ugo Tognazzi, presentatore di più di un Festival di San Remo e della trasmissione sportiva Pressing. Molti ricorderanno anche le sue più recenti interpretazioni nelle sit-com con la moglie Sandra Mondaini, con la quale ha condiviso gran parte del suo percorso artistico.

Ma c’è anche un  Vianello un po’ meno conosciuto: quello cinematografico. Ed è proprio su quest’altro profilo che si accenderà lo schermo del Cinema Apollo per un nuovo evento-proiezione firmato First National e patrocinato da Agis lombarda. Dopo il grande interesse riscosso per gli omaggi ad Alberto Sordi, Ferruccio Amendola e Federico Fellini, Angelo Quagliotti e Lorenzo Bassi – con la regia di Franco Longobardi  – hanno realizzato un «affettuoso e divertente docufilm dedicato a Raimondo Vianello, nelle vesti meno note al grande pubblico di attore cinematografico, basato su un’accurata antologia delle sue più significative partecipazioni sul grande schermo, ricca di  inediti e curiosità».

Cartolina stampa

L’evento si svolgerà a Milano lunedì 12 maggio 2014, alle ore 20.45, Cinema Apollo, galleria De Cristoforis 2  (MM1 San Babila). Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, Per prenotazioni, contattare la First National, e-mail: [email protected]

Gatti e cinema: una lunga storia d’amore

Via Gluck

Entrata museo

Nello stesso giorno e sotto la stessa acqua battente in cui un numero impressionante di persone faceva la fila per visitare, in occasione delle Giornate Fai, la sede Rai di corso Sempione a Milano, noi affrontavamo per la seconda volta gli inquietanti tunnel della ferrovia per tornare al più defilato Fermo Immagine, il Museo del Manifesto Cinematografico. È giusto però annotare che i sottopassi sono stati stuccati, non piove più dentro, e pittati di un bel bianco che li rende più luminosi. Il richiamo era forte: animali e cinema.

Mi è semblato di vedele un gatto

Miao, si gira! è la mostra evento che ci ha riportato in via Gluck. Nel mio precedente post avevo puntato i riflettori sul gattone del Museo. E ovviamente non poteva certo mancare quest’occasione. Dato il contesto, però, per non farsi accusare di protagonismo ha optato per un più low profile, rimanendo in osservazione nella sala delle esposizioni permanenti. Tanto aveva provveduto a far presidiare addirittura l’ingresso da un suo amico in bianco e nero, identico a Silvestro.

Silvestro

I gatti sono animali belli e misteriosi, affettuosi ma mai troppo, scostanti e a volte perfino aggressivi. Occhi che vedono nella notte e un’espressione indecifrabile, va da sé che queste caratteristiche abbiano ispirato scrittori e pittori e quindi anche il cinema. Ci sono praticamente tutti: i gatti stregati dei film horror,

Locandine

il gatto («si chiama Gatto») di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany,

Audrey Hepburn

«Non lo so chi sono. Io e il mio gatto siamo due randagi senza nome, che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene: ecco qual è la verità.»

i gatti dei cartoni animati, quelli delle nuove produzioni computerizzate e il micione dello struggente La gabbianella e il gatto.

Gatto-Gabbianella

Bozzetti

Rosso Felix Gatto-cappello Gatto-Spazio Gatto-Stivali Randagio

«Grandissima protagonista del cinema italiano, donna straordinaria per talento e temperamento, Anna Magnani era famosissima nell’ambiente di Cinecittà anche per la sua incontenibile passione per i gatti, Li amava a tal punto da chiedere ai taxi di fermarsi sempre nei pressi di Largo di Torre Argentina per lasciare a terra qualche cartoccio ricolmo di carne fresca per la famosa colonia di gatti che da secoli occupa quel sito.» (Anna dei gatti, didascalia del Museo)

«Grandissima protagonista del cinema italiano, donna straordinaria per talento e temperamento, Anna Magnani era famosissima nell’ambiente di Cinecittà anche per la sua incontenibile passione per i gatti, Li amava a tal punto da chiedere ai taxi di fermarsi sempre nei pressi di Largo di Torre Argentina per lasciare a terra qualche cartoccio ricolmo di carne fresca per la famosa colonia di gatti che da secoli occupa quel sito.» (Anna dei gatti, didascalia del Museo)

Dive Cat

E poi il mitico ET di Carlo Rambaldi, che per disegnarlo si ispirò al suo gatto. Lo confesso: viste le dimensioni sarebbe stato difficile ma ho avuto la tentazione di portarmelo via, o almeno abbracciarlo.

Et

Et primo

La gioia per questo mostrino panciuto con gli occhi azzurri è cresciuta esponenzialmente qualche oggetto più in là. Mi sarei messa a saltellare davanti alla riproduzione di una scena di uno dei più bei film di Walt Disney, “Tutti quanti vogliono fare il jazz!” da Gli Aristogatti. Una sequenza inimitabile.

Aristogatti

Il bello di queste mostre-evento è che riservano sempre qualche novità. La sorpresa in questo caso è stata Jenny Parks un’illustratrice scientifica che ama dipingere gli animali. Non solo un’attività collaterale, visto che sul suo sito si legge che ha collaborato anche con la Marvel.

Jenny Parks

Io oodio i Puffi

Unica nota stonata: il ciclo di proiezioni non all’altezza del resto della mostra. No all’audio: senza alcuno sforzo per regolare quello dei vari spezzoni, ci si ritrova ora a farsi venire le orecchie come Topo Gigio, ora a ritrarsene per salvarsi i timpani. Sì all’intervista al figlio di Anna Magnani. No a certi passaggi un po’ buttati lì: che senso ha farmi vedere tutta la sigla di testa di un film e nemmeno un secondo di sequenza? Sì alla voce in originale di Sean Connery / James Bond. E poi no, fortissimamente no ai Puffi. Li detestavo anche su carta, figuriamoci a dargli vita. Però, al di là dei gusti personali, è la proiezione più lunga in assoluto ma veramente poco interessante per il tema dell’evento.

Comunque l’impressione è sempre quella: in questo museo sembra di essere tornati a quei tempi in cui entravi in un cinema poco frequentato, ti sedevi dove ne avevi voglia e restavi lì anche tutto il pomeriggio immerso in quella specie di irrealtà che solo i grandi film sapevano dare.

Dal 16 febbraio fino al 7 aprile
Miao, Si Gira!
Fermo Immagine Museo del Manifesto Cinematografico
Atelier Gluck Arte Associazione culturale – Via Gluck, 45 Milano

Miao Si Gira