Nel post sulla mia “calata” ad Agerola ho dedicato una sezione agli animali che la popolano. Tra questi, anche i gatti di Sabato. Una volta, mentre parlavamo tranquillamente, ebbe uno scatto felino (appunto). Non aspettandomelo e con capendo quindi cosa stesse succedendo, mi spaventò a morte. Balzò dal negozio al cortile in un nanosecondo urlando come un matto. Mi ripresi quando afferrai il senso di tanto strepito: stava mandando via un gatto che voleva insidiare la sua dolce Nina. Il 4 aprile, lei gli ha dato la prova tangibile che questo sistema di controllo delle nascite deve essere ancora perfezionato. Nina e l’anonimo ardimentoso ne avranno approfittato mentre lui stava impegnato tra una pera pennata e un’amabile conversazione su libri e cinema…
Che uomo romantico, che le cantava? “Penelope, come sei bella, con il pelo persiano… Penelope, come sei bella! Penelope… facciamo un gattino?”
Stai bene, sì?
ti manca questo cantante? tutta roba sana anni ’80 🙂
Di solito le cose anni ’80 le riconosco subito, ma questa mi sfugge…
Baccini (non inteso come graziosa forma di saluto)
Ah ora capisco, non mi è mai piaciuto Baccini. E nemmeno lo Zecchino d’oro, ma i 44 me li ricordo bene 🙂
gatto mattogatto gattomattomattogatto
ma lo volevi nero o ne volevi 44? 😀
Continuo a non capire 🙁
Son rimasta a: Alice guarda i gatti, i gatti muoiono nel sole
“Volevo un gatto nero, nèro, ne-e-ro…”
Quella dei 44 gatti mi rifiuto di spiegarla!