Le notizie che non vorresti leggere

Questa è solo l’ultima di una lunga serie di chiusure. Come primo pensiero mi viene che lo spazio lasciato libero sarà riempito dall’ennesimo venditore di cibo e bevande. Giusto per non venire meno all’idea ormai consolidata che a Milano puoi mangiare a qualsiasi ora.

Poi mi viene un altro pensiero, che magari non ha senso, perché magari troppi pensieri vengono solo in questi mesi in cui la vita viaggia a scartamento ridotto. Può esserci un nesso tra la cancellazione di questi luoghi della cultura e quegli occhi spenti che popolano le notti di tanta inutile violenza, di una ribellione che non ha nulla di ribelle perché è solo un uniformarsi alla massa? Può essere, banalmente, una questione di numeri, una sproporzione evidente tra l’offerta di attività commerciali? Se ci fossero 100 librerie e 50 bar, può essere che qualcuno di quegli occhi spenti torni a riaccendersi per qualcosa che a loro appare nuovo?

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