Lettera di inizio anno

Caro Matteo Renzi,

scusa se uso più di 140 caratteri ma, sebbene siano meno di 10 gli anni che ci dividono, sono della generazione del pensiero debole con le idee solide e per me gli slogan appartengono solo al mondo della pubblicità.(No Martini no party, 19 caratteri spazi inclusi e lo capiscono anche i deficienti).

All’inizio sono rimasta impressionata dal tuo dinamismo e dal tuo reiterato «dobbiamo fare in fretta, dobbiamo correre», la stessa impressione che avrei avuto al cospetto di un ragazzino ipercinetico che corre incessantemente senza meta, stando sempre a tanto così dall’inciampare in qualche sedia e ruzzolare. Che se uno si fa male lui sono cavoli suoi, ma se insieme alla sedia si tira appresso l’intera tavolata di commensali, allora non resta più una faccenda privata.
Tu rottamavi e io ti guardavo, con la testa appoggiata alla mano, in posizione di perplessa riflessione ma anche di attesa… si sa mai che tra un D’Alema e un Letta gli riesca di rottamare pure corruzione, evasione fiscale, burocrazia opprimente, territori che crollano e incazzarsi, sì, incazzarsi veramente per i veleni sotterrati? Be’, sì, ammetto che ho volato alto, d’altra parte sei stato tu a vorticare torno torno. Be’, sì, ammetto, per affrontare (non risolvere, affrontare) problemi atavici bisogna attorniarsi di persone capaci e forti. Il problema è che non ho ancora capito di chi ti sei attorniato. Son riuscita a memorizzare solo 3 ragazzotte, due perché son carucce e tutti ne parlano, del fatto che sono carucce, appunto, poi c’è l’altra con la frangetta che non ho capito cosa faccia ma non capisco neanche cosa dice e neanche mi ricordo come si chiama, poi c’è un nonnetto che hai salvato dallo sfasciacarrozze e gli altri, boh… Vabbè che se dici «ascolto tutti ma faccio come voglio» avere una squadra di freaks o di supereroi non fa la differenza.

Poi una delle ragazzotte si è esaltata comunicando urbi et orbi la rivoluzione delle tasse on line. Peccato che il fatto che non deve essere il cittadino a dare di matto per compilare il modello nei Paesi evoluti esiste da almeno vent’anni. Mi hai impressionato, soprattutto quando mi è venuto in mente che ci ho messo due giorni per riuscire a scaricare un Cud dal sito dell’Inps. Un consiglio: invece di pagare cifre spropositate a informatici mentecatti, prendi qualche ragazzino di prima superiore e fatti fare dei siti come dio comanda. Poi c’è stato un successivo pubblico orgasmo per le mamme lavoratrici. Asili nido e bonus. Gli asili nido nei Paesi evoluti esistono da vent’anni e le mamme lavoratrici sarebbero già contente se non gli dessero il benservito al secondo giorno di gravidanza.

Poi c’è stato il pippone degli 80 euro, dati a una manciata di italiani a spese di tutti gli altri, che dovevano fare ripartire l’economia. Quando i bambini rompono il salvadanaio fanno ripartire l’economia del giocattolaio. Il problema è cosa trovano nel salvadanaio, ché tra genitori e zii qualcuno senza lavoro ce l’hanno e con i ritocchi al ribasso della pensione dei nonni non è più tempo di maiali di terracotta grassi.

Poi la sofferta approvazione del Jobs act corredato dall’opting out, tradotto in: o te ne vai o te ne vai. Tu l’hai definita «rivoluzione copernicana», io la definisco ode all’inutile. Il lavoro non c’è più, i licenziamenti collettivi e singoli si susseguono quotidianamente da anni. È come quando uno si è già mangiato tutte le fette di pancarré e arriva l’ospite pirla e gli chiede: mica ci vuoi mettere sopra una fettina di salmone?
Io sono vecchia e tolemaica e quindi mi sarei posta l’obiettivo di scardinare il sistema facendomi le seguenti domande: perché uno lavora tre quarti della sua giornata per portare a casa soldi che non gli bastano mai? Perché il cosiddetto made in Italy viene fatto dai cinesi di Prato (borsa firmata a loro euro 10, in negozio euro 750) così perdiamo tutti, noi e loro? Perché si deve pagare qualcuno anche solo per compilare un modulo perché non se ne viene a capo? Perché se uno ha una buona idea in Italia viene sempre trattato come un imbecille mentre all’estero gli aprono le porte?
Perché esistono poche categorie che non si possono toccare e tutte le altre devono far fronte alla più sleale concorrenza? Dove sono le vere e serie liberalizzazioni?
Ma soprattutto, perché negli ultimi decenni i lavoratori e chi ha lavorato, di tutte le tipologie, stanno così sulle balle ai governi che si sono succeduti? Che cosa vi abbiamo fatto?

Caro Matteo Renzi, tu sembri anche ignorare una regola fondamentale della vita, contro la quale nemmeno tu puoi farci nulla: o muori giovane o diventi vecchio. Capiterà anche a te, se non schiatti prima (ma nessuno sicuramente ti sparerà nel fiore degli anni e della rivoluzione come a Che Guevara, quindi scordati di essere immortalato negli anni a venire su magliette e caraffe) diventi rimbambito. Così dovresti smetterla di tagliare la società a fette: oltre a essere inurbano, dovresti anche ricordarti che non sei stato eletto con suffragio universale ma con delle primarie a cui sicuramente avrà partecipato anche una folta schiera di ultrasessantenni, dell’una e dell’altra parte, un po’ rimbambiti a dir la verità sì, e dell’inevitabile questione che l’essere umano deve mangiare nel corso dell’intera sua esistenza.
Chiediti dunque quale è stata la mossa migliore: ridurre le pensioni o alzare le tasse su quelle integrative e sul tfr?
E naturalmente non poteva mancare l’ennesimo calcio negli stinchi alle partite Iva. Sei giovane, ma si vede che prima di atterrare su di noi sei stato su un altro pianeta. Come i tuoi predecessori pensi che la partita Iva è l’idraulico che si fa pregare come un luminare della scienza, ti arriva in casa quando ne ha voglia lui, ti fa un lavoro di m… che ti fa pagare come un Bulgari e la fattura è una parola non contemplata nel suo vocabolario. Be’, sorpresa, negli ultimi anni sono nati centinaia di lavori che si possono fare solo con la partita Iva e non puoi evadere, non puoi scaricare, non puoi fare a meno di un commercialista strapagato perché voi continuate a non capire niente di quello che vi sta succedendo intorno: nonostante voi, l’Italia riesce ad autopuntellarsi in qualche modo.

Ma la cosa peggiore è quando sei andato a Detroit e hai stretto la mano a Marchionne dicendogli: questa è l’Italia che mi piace. Marchionne, che risiede in Svizzera ma ha i giardinieri italiani perché costano meno, ha passato gli ultimi anni della sua vita impegnato a spargere pezzi di Fiat ovunque tranne che in Italia e a insultare sistematicamente gli italiani e tu lo vai a omaggiare? Non contento, ripeti «questa è l’Italia che mi piace» ai ricercatori italiani là perché costretti a emigrare. Insomma, abbi pazienza, ma quando uno sta fuori dai meccanismi non capisce bene se ci sei o ci fai, così opta per la scelta più facile: tu ci sei veramente. Ma sei stato calpestato da un maremmano quando eri piccolo o ci sei nato così?
Se tu capitassi qui, probabilmente mi chiederesti: perché non hai mai parlato prima di politica prendendotela con gli altri? Semplice, perché gli altri erano palesi, non celavano le loro aberranti personalità: erano come l’Aids, se lo conosci lo eviti.
Tu invece sei uno di destra vestito da sinistra, sei un conservatore vestito da liberal, sei un cratere defunto che si spaccia per vulcano. Sei un giovane nato già vecchio, perché hai l’arroganza e l’ignoranza dei vecchi che non sono mai stati giovani.

Un ultimo consiglio, anche se non sono della generazione Erasmus: con quella tua pronuncia lì, gli inglesi non ti capiscono. Fidati, quando tornai da New York mi sentii rassicurata di dove fossi e dove stessi andando solo quando il pilota finì la scomposta esibizione di italiano e ritornò al suo inglese. I palazzi politici mondiali sono pieni di interpreti, falli lavorare che loro, sì, si sono fatti un mazzo così per imparare a tradurre i vostri deliri.

5 thoughts on “Lettera di inizio anno

  1. Quando Renzi annunciò che voleva rottamare, tutti i rottamabili gli si strinsero intorno entusiasti, dicendo che sì, che aveva ragione, che era ora che qualcuno finalmente trovasse questo coraggio, esortandolo a non avere pietà di nessuno.
    E così lui, giorno dopo giorno, si trovò accanto a sostenerlo proprio e tutti quelli che avrebbe volentieri fatto fuori, e dopo di che, che fai? Un colpetto qui e uno là, giusto per salvare le apparenze: visto che ormai tutti sono con te, visto che hai già tutti ma proprio tutti dalla tua parte, e che bisogno c’è di infierire?
    E poi, detto tra noi, mica era proprio necessario cambiarle per davvero, le cose: con questo autentico, imprevisto e spettacolare miracolo di consenso ecumenico l’obiettivo poteva già considerarsi ampiamente raggiunto!
    I vecchi sono stati furbi (non dimentichiamoci come avevano già fregato più o meno nello stesso modo Monti, a suo tempo rivelatosi, poverino, assai più sprovveduto e ingenuo) e a modo suo furbo lo è stato in qualche modo anche Renzi..
    Noi altri invece, che furbi siamo molto meno, continuiamo a prenderlo in tasca come e più di prima, e insomma la solita storia di ordinario piddì.

    • Sinceramente di come si fregano tra di loro mi importa zero all’infinito, visto che non mi aspetto più un benché minimo atto per il pubblico interesse, quello che invece resta una triste realtà è la tua frase di chiusura.

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