Sherlock e le notti in giallo di Avellino

Sherlock

«Nel mio blog c’è sempre una stanza per te», dissi a Carlo/l’antiviaggiatore alla vigilia della serata del 6 marzo. Ordinato il locale, mi misi alla finestra ad aspettare su una sedia a dondolo. Le e-mail si susseguivano: era per qualche giorno a Dublino con la sua consorte, andava di zappa e badile in campagna in Irpinia, provvedeva in un video surreale a mandare spiritosamente a quel paese l’intero suo pubblico su YouTube, si produceva in bislacche critiche televisive, faceva ospitate su altri blog. Io intanto dondolavo, la copertina sulle ginocchia passava da quella più pesante a quella un po’ più leggera a quella di cotone, e nemmeno avevo una pipa per ingannare l’attesa. Be’, in fondo anche Sir Arthur Conan Doyle deve averci messo il suo tempo a scrivere i romanzi. Cos’è…? Gasp… non riesco a rialzarmi… la sedia a dondolo ha fatto dei solchi… chi salverà la metropolisfolder dal tentato omicidio?

 “Siamo tutti Sherlock Holmes?”

È l’enigmatico quesito che, lo scorso 6 marzo, ci ha pubblicamente sollevato ad Avellino l’ACIB Associazione Culturale Italo Britannica. Di fronte al folto pubblico che affollava meditabondo la sala convegni del vecchio Carcere Borbonico cittadino, oggi sede del Museo Irpino, i vari partner dell’Associazione si sono ecletticamente e sardonicamente prodotti in una serie di inquietanti interrogativi, sollevando e sviscerando complessi enigmi di assai ardua risoluzione. Ne citiamo qui soltanto alcuni, a mero titolo di esempio, spaziando da “Funzionerà per davvero la toilette in porcellana Sheffield della ricostruzione della celeberrima casa del detective?” (se lo è chiesto, senza ahimè trovare risposta, Carlo Crescitelli nel suo divertente documentario “Sherlock Holmes e lo strano caso del museo a lui dedicato”, girato a Londra in Baker Street 221/b e proiettato in apertura) a “Chi insidia le riserve auree della City and Suburban Bank?” (è invece lo spinoso problema che ha dovuto risolvere Niny Longobardi, camaleonticamente calatosi nei panni di Holmes durante il suo brillante reading della famosa novella di Sir Arthur Conan Doyle La Lega dei Capelli Rossi) per finire a “Saranno mica italiane le origini di Sherlock Holmes?” (e qui è stato Enzo Mazzeo, intervenuto come imprevisto quanto graditissimo ospite d’onore in rappresentanza di “Uno Studio in Holmes”, vale a dire del maggiore e più qualificato club nazionale di appassionati e studiosi sherlockiani, ad assumersi il compito di aggiornare ed ipnotizzare i presenti in materia di ultimissimi esiti delle ricerche su di un reale personaggio storico possibile fonte di ispirazione per Conan Doyle). Ad alimentare ulteriormente la suspense in sala, il teso commento sonoro digitale proveniente dal computer di Antonio Siniscalchi; a mediare le oscure pulsioni dell’ignoto incanalandole in opportuno alveo razionale, la sapiente conduzione della presidente ACIB  prof.ssa Lina Nigro.  

Siamo tutti Sherlock Holmes, dunque? E perché no, a questo punto? A condividere i suoi dubbi ci siamo già abituati, e anche se il suo acume e il suo genio il più delle volte non sono alla nostra portata, di sicuro ci piacerebbe molto sperimentare, almeno ogni tanto, qualcuna delle sue mille certezze. Poi abbiamo appena scoperto che chissà, in ultima analisi, qualcuno di noi potrebbe anche inconsapevolmente essere un suo lontano discendente… e sicuramente comunque nel capriccioso mondo della fantasia siamo tutti già un po’ imparentati, non trovate?

In attesa di sbrogliare al più presto questo ennesimo misterioso inghippo, entrate con noi nell’evento attraverso una sua breve testimonianza video.

Carlo Crescitelli

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Non tutti vogliono viaggiare in prima

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Ho “conosciuto” l’antiviaggiatore su YouTube. Ero tornata da poco dalle Shetland e volendo tenere viva la magia di quelle terre cercavo dei video sull’Up Helly Aa, il Festival vichingo celebrato ogni anno a Lerwick, la città più grande delle Shetland. Mentre sto guardando uno di questi video, con la coda dell’occhio vedo il titolo Vado alle Shetland/Goin’ to Shetland e più sotto l’esilarante In partenza per le Shetland: ‘a Maronna m’accompagna!

355xPenso che devo assolutamente vedere chi è quell’unico italiano, oltre a me, abbastanza folle da scegliere una meta così lontana e selvaggia. Bè, no, l’unico no. Ricordo una coppia di emiliani nel museo di Lerwick, ma furono gli unici connazionali trovati in loco. Gli italiani li trovi ovunque, ma probabilmente le Shetland sono troppo ovunque. I video sono veramente belli. Non sono semplici riprese o montaggi di foto, sono documenti di viaggio arricchiti da descrizioni umoristiche, commenti divertenti, impressioni. Da citazione è la scelta degli abiti pesanti a luglio, con una temperatura che si aggira attorno ai 38 gradi.
L’antiviaggiatore si chiama Carlo Crescitelli, è membro dell’Associazione Culturale Italo Britannica di Avellino (Acib), dove vengono organizzate le proiezioni dei suoi video in serate con musica e dibattiti,

locandinaha scritto alcuni libri, tra cui L’antiviaggiatore e Come farai a fuggire da te stesso… se lui continua a correrti dietro?!? ed è un blogger. E naturalmente è un viaggiatore. Non un turista, perché le sue mete non sono e non saranno mai gli all inclusive, i villaggi turistici, quelli che potresti essere ovunque perché tanto stai dentro lì, non sai nemmeno cosa c’è fuori, i resort a X numero di stelle, le spiagge affollate, le piscine con acquagym in riva al mare. Le sue mete sono fatte di natura e di incontri, sono anche quelle più difficili perché, come lui stesso ha scritto, sono i luoghi «cui nessuna agenzia di viaggio vi indirizzerà mai». Clima spesso inclemente, destinazioni non attrezzate per il turismo di massa, dove è difficile spostarsi ed è impossibile portarsi dietro le proprie abitudini. Ma sono senz’altro questi posti che ti permettono di vedere che cosa sia veramente la natura quando “esplode” in tutta la sua libertà, di provare commozione al cospetto di un animale selvatico che nuota, vola o corre fuori da qualsiasi gabbia umana, di conoscere le persone che qui abitano, di entrare per un po’ nella loro vita e farli entrare nella tua. Il viaggio, questo tipo di viaggio, diventa così anche un viaggio dentro se stessi, una riflessione, un misurare le proprie forze e capacità.

snapshotCarlo Crescitelli, attraverso i suoi video e gli scritti, ama condividere le sue esperienze di viaggio per far conoscere i luoghi che ha visitato ma anche per narrare le sue avventure interiori. Una guida di viaggio un po’ speciale, non il solito catalogo stampato su carta patinata con il mesto elenco di alberghi ordinati a seconda dei comfort offerti (compresi spaghetti e lasagne in capo al mondo), corredato da foto di paesaggi perfettini e mielosi. Ma chi ama veramente la natura sa che non c’è proprio niente di dolcemente romantico nel vento del Nord che soffia implacabile e la pioggia non è quella di D’Annunzio che «piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri», è uno scroscio gelido che ti entra nel collo, nelle scarpe, ti picchia inviperito sulle mani e sulla faccia che quasi fai fatica a respirare. In momenti come questi è facile chiedersi dove avevamo la testa quando abbiamo snobbato una calda e morbida spiaggia per ritrovarci a combattere ricurvi e ciechi contro una bufera. La risposta viene dopo, quando riusciamo a riportare la pelle al riparo e pensiamo: comunque ce l’ho fatta. E ci sono altri mille motivi che danno la risposta perché, come scrive Carlo, «alla fine ne è valsa comunque la pena».