2 – Perché NON ho scritto di cucina

Mentre impazzavano pizze, torte, lasagne, biscotti e con lievito e farina sembrava di essere tornati al mercato nero, poteva venirmi qualche idea.
– Ma tu sei fuori, il tuo tempo massimo di permanenza in cucina l’hai stabilito in un’ora, un minuto in più e ti assale un’insofferenza che non riesci a dominare, ti aggiri come in fase candeggina e ti stanchi più che dopo un’intera giornata di lavoro.
– Uhm.
– Detesti i programmi di cucina e il tuo unico idolo è Chef Rubio, e ti hanno tolto pure quello.
– Già. Però la ricetta del pane senza lievito è stata gradita da tutte, mi hanno ringraziato e l’ho fatto anch’io tante volte, affinando la tecnica di volta in volta. A parte quando mi sono distratta col bicarbonato che poi mi sembrava di aver mangiato un intera scatola di digestivo Antonetto.
– Sì, ma la cosa si ferma lì.
– No che non si ferma lì. La crostata va’ che mi è venuta bene.
– Ah sì, quella sei stata proprio brava, ma ti è andata di fortuna, spiega perché.
– Perché quel blogger rimbambito ha messo negli ingredienti un uovo, poi ha spiegato la ricetta ma l’uovo era sparito. Dov’è l’uovo, di grazia, dove lo metto? L’ho riletta due volte, alla terza ho messo il pilota del correttore di bozze, l’uovo era proprio sparito, envolé, dimenticato dalla gallina. E allora io l’ho messo insieme alle altre cose. Mi è andata bene.
– E poi? Raccontala tutta.
– Non rifarò più la crostata per mesi perché me ne sono mangiata metà in una volta sola.

«Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico», Oscar Wilde

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