Una proposta a sostegno del mondo dello spettacolo

In questo secondo semi-lockdown non resta molto altro da fare che guardare la tv, che sul fronte “intrattenimento” pare continuare come se niente fosse. Nonostante una produzione sterminata di film, sembra avere una videoteca più di livello familiare: guardiamoci lo stesso dvd una volta al mese così impariamo bene le battute. Le facce che escono dallo schermo sono sempre quelle, tanto che ci accorgiamo che anche loro invecchiano solo quando le vediamo in vecchi spezzoni. Tra tutti questi veterani certamente ognuno ha il suo beniamino e sicuramente molti di loro sono di talento, quindi in tempi normali niente da dire, anche perché la regola della tv è gallina vecchia fa buona audience. Le tv “alternative” sono ormai scivolate in un alternativo di bassa lega e i programmi di cucina si sono moltiplicati in mille salse e condimenti, mantenendo la base classica del trito di cipolle: più ti tiri dietro mestoli e patate più il pubblico ne sarà incantato. A questo proposito resto comunque ferma sulla mia posizione: Gassman e Tognazzi ne I nuovi mostri in Hostaria! sono inarrivabili.
In tempi normali ok, va tutto bene, ma questi non sono tempi normali e così l’idea del chi più ha più dia può andare oltre una mera questione di contributi.
Il mondo dello spettacolo è in frantumi. Il mondo del cinema (non delle sale cinematografiche, ahimè) dovrebbe avere una sorta di paracadute nelle tv a pagamento e in altre iniziative, ma che ne è del teatro, della danza, della musica nella sua interezza fatta di davanti e dietro le quinte? Arriveranno i fondi, d’accordo, si spera, ma intanto è probabile che un sacco di gente decida di andarsene da questo mondo, non abbiamo forse tutti bisogno di sapere che i teatri ci saranno ancora ad aspettarci? Allora io dico, perché le tv, tutte, non dimezzano i soliti programmi e lasciano spazio alle compagnie teatrali piccole e a tutti i loro lavoratori? Perché non organizzano dei piccoli concerti di qualunque genere musicale, con cantanti e musicisti più o meno famosi? Eh, ma l’audience… secondo te chi se lo fila un attore sconosciuto che recita Shakespeare o Pirandello? Può darsi che se lo filino in pochi, può darsi che altri dicano: ma tu pensa, avevo un teatro vicino casa e non lo sapevo! E Poltrone e sofà e quella serie infinita di medicinali e integratori da banco poi non pagano la pubblicità. E vorrà dire che Otello si siederà su un divano con la scritta dello sponsor e Iago si prenderà un gaviscon. E quanto perdi con gli sconosciuti lo recuperi con i concerti dei conosciuti. Perché anche questo mi chiedo: quelle poche volte in cui hanno trasmesso concerti in tv la visione è stata altissima, anche se non erano da San Siro o da Modena, quindi perché non organizzarne negli studi televisivi?
Anche il mondo del turismo è messo male e dunque perché non porre un po’ in stand-by i soliti e dare spazio a delle sconosciute guide turistiche?
A guardare la lista dei canali tv ormai ne esistono almeno 800, tolti i 750 che vendono h 24 tappeti e frullatori, i restanti potrebbero osare.
Il mondo che avevamo non c’è più e non tornerà per un bel po’ ed è difficile credere che semplici lavoratori che non hanno perso il lavoro possano contribuire per molto tempo ai vari fondi e bonus, per non dire poi che ognuno ha il diritto di fare il lavoro che si è scelto. C’è bisogno di un rimescolamento delle visioni e chi ha i mezzi per farlo dovrebbe farlo, soprattutto se appartiene al settore della creatività. Credo che possiamo tutti sopravvivere un anno senza vedere ogni giorno le solite facce o i soliti format di importazione ma ad anni senza spettacoli non so…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *