“La ragazza dell’isola”: giallo, ma i colori delle Shetland si perdono

Shetland è una delle serie tv più belle della programmazione di Giallo Tv. Una lentezza che non è mai esasperante e che riflette lo stato d’animo in cui ci si immerge trovandosi in un luogo in cui è la natura a prevalere: un misto di assoluta adorazione per la bellezza e di umana inquietudine nel comprendere la propria impotenza. Ho voluto quindi leggere uno dei romanzi da cui è tratta la serie, il primo, La ragazza dell’isola di Ann Cleeves. Da sempre divergono le opinioni se siano meglio i libri o i film che ne derivano, in questo caso non ho avuti dubbi: il libro è infinitamente inferiore alla serie. Non c’è niente di rimarchevole nello stile di scrittura, se non che essendo, appunto, di una semplicità assoluta scorre proprio ed unicamente come libro “da compagnia”. I personaggi principali hanno poca profondità, i paesaggi scivolano via su una descrizione che non rende loro onore, ne esce quasi solo la crudezza del vento e la violenza della pioggia. Ci sono libri che hanno il potere di portare in luoghi in cui non si è mai stati, questo non riesce a riportare nemmeno chi alle Shetland ci è stato.
Diventa più interessante dalla seconda metà circa, ma niente di memorabile. Incomprensibili le continue descrizioni di pasti e bevande, se non addirittura ridicole per la loro inutilità.
I libri di Ann Cleeves da cui è tratta un’altra bella serie britannica, Vera, non sono tradotti in italiano, tutto sommato non ci perdiamo molto. Viene da ringraziare gli sceneggiatori di entrambe le serie perché hanno fatto veramente un gran lavoro di costruzione.