Salvate il soldato del Lorenteggio

– Vieni?
– Sì. Ma a che altezza è? che il Lurentech è lungo.
– Civico 29

Breve sunto dei messaggi tra me e un’amica. L’occasione è il racconto del Quartiere Brera tenuto da Francesco Mezzotera, il luogo l’oratorio di San Protaso al Lorenteggio. Scendo in piazza Bolivar e mi incammino in via Lorenteggio guidata dall’equazione oratorio = chiesa. Arrivo al 29, vado oltre fino al 31 ma di una chiesa neanche l’ombra. Mi volto e sullo spartitraffico, assediata dai cantiere della M4, vedo questa bellissima cappellina. Quando prevedo di potermi perdere parto sempre con un po’ di anticipo, ho quindi tutto il tempo per interrompere momentaneamente la mia ricerca. Ed ecco lì, con sorpresa, è lui San Protaso.

La signora all’entrata mi spiega che l’hanno salvato per un pelo dall’essere raso al suolo dai lavori della nuova metro. Un piccolo comitato di quartiere che ha avuto l’intelligenza e l’energia di mettersi di traverso e contrattare col Comune di Milano per farlo riconoscere come bene culturale. Guardo questo piccolissimo edificio accerchiato da palazzoni, macchine, cantieri e mi viene proprio in mente qualcosa che deve essere salvato. La gente intanto si fa intorno curiosa, non sono solo quelli che sono lì per la presentazione. La signora continua il suo racconto: quelle rare volte in cui riusciamo ad aprirlo, subito le persone si fermano, vengono a vederlo. Dovremmo avere la possibilità di tenerlo aperto più spesso.

Quando lo scopri pare impossibile, anche se in realtà basterebbe pensare agli antichi disegni che raffiguravano Milano come un “cerchiolino”. Poi è diventata un blob, e meno male che queste pietre sono rimaste a ricordare, chi mai ora potrebbe immaginare che il Lorenteggio fosse un comune a sé? Comune di Corpi Santi.

Il racconto su Brera inizia, partendo da più lontano di Brera per arrivarci alla fine lungo una serie di storia e curiosità che probabilmente sono in pochi a sapere, arricchito da proiezioni e inframmezzato da dolcissime melodie suonate con l’arpa classica da Elisa Torretta. Si resta così, in un luogo raccolto che pare custodirci, quasi ipnotizzati, tra antichi affreschi e suoni armoniosi. Si avverte, ma come se fosse lontano, lo stridore fastidioso di una città che macina il sabato pomeriggio.

Ah, che belle le persone prese da una passione e che questa passione vogliono comunicare agli altri. Grazie a Francesco Mezzotera che con le sue ricerche (e magari qualche notte insonne) arricchisce i milanesi, quelli che la amano, quelli mica tanto e certamente anche quelli che di Milano non sono.

Il suo blog
http://milanocuriosa.blogspot.com/

La sua pagina Facebook
https://it-it.facebook.com/groups/639925849383621/

Milano Curiosa diventa un blog

MilanoCuriosa

Ho già parlato di Francesco Mezzotera e dei suoi interessanti minitour su Milano in questo post. E ora torno a parlarne perché ha deciso di affiancare ai tour reali quelli virtuali, aprendo il blog Milano Curiosa. È ancora all’inizio ma già mostra un taglio veramente interessante, ricco di informazioni.

Personalmente ne ho già ricavato un ricordo e un’osservazione, entrambi curiosamente sulla scia dei simboli della perenne lotta tra il bene e il male di cui Francesco parla nel suo post sul Duomo.
Il primo riguarda il Duomo, appunto. In un delirio adolescenziale, una mia amica, come me del Capricorno, mi trascina dentro la cattedrale per mostrarmi una cosa che ci accomunava (nientemeno) a Gesù. Meno male che Dan Brown non esisteva ancora altrimenti, chissà, sarebbe magari arrivata a sospettare un nostro legame con i Sinclair. Mi prende per un braccio e indicandomi il pavimento mi mostra i segni dello zodiaco disegnati per terra, ma… guarda dov’è il Capricorno: è l’unico ad essere disegnato in alto, sul muro. Perché? Perché Gesù era del Capricorno! Anche nelle brume di una mente sedicenne ogni tanto riesce a farsi spazio un po’ di luce, per cui qualche dubbio mi era sorto già allora ma ho continuato ad associare questi simboli a quel pomeriggio di un secolo fa, senza mai prendermi la briga di approfondire la questione. Be’, ora è arrivato Francesco e ha disvelato il mistero dello zodiaco.
E veniamo alla riflessione. Ogni volta che vado in Centrale subisco una trasformazione che inizia appena fuori dai tornelli della metro e trova compimento ai binari, quando ormai ho le sembianze della bambina dell’Esorcista («lo sai cosa hanno fatto quegli s… dei tuoi architetti?»). Io vedo il prodotto di un mentecatto che non ha mai viaggiato in vita sua, arricchito per di più negli ultimi tempi da una specie di scala metallica quasi a chiocciola che dal centro del mezzanino porta all’esterno. All’esterno dove? Mah, presumibilmente in piazza Duca d’Aosta, ma chi si avventura su per un’impalcatura del genere con una valigia? Per vedere bisogna andarci senza, ecco, quando non si deve prendere un treno si va in Centrale e si fa la scala.
Ma Francesco anche qui dimostra di avere più coscienza artistica, scrivendo che quel groviglio di scale mobili e tapis roulant «sono state capaci di rovinare mosaici». Sì, lo ammetto, non mi sono mai soffermata molto a guardare la Centrale, ma è per questo che ci sono le persone come Francesco, no?

Voglio riportare anche questa frase: «…chiunque voglia contribuire a diffondere ciò che di originale c’è nella propria zona ne approfitti segnalandolo a milanocuriosa@gmail.com».
Spero che saranno in molti a rispondergli perché è davvero un’occasione per uscire dai soliti itinerari turistici.
Un unico appunto al blog: il giallo non è il colore più adatto alla lettura, ma è pur vero che è quello dello zafferano…